L’immagine presenta un mandarino disposto su una superficie chiara, mentre la buccia, rimossa mediante un unico gesto continuo, si sviluppa verso l’alto descrivendo una spirale sottile e regolare.
Tale configurazione genera un senso di tempo sospeso, come se il gesto dello sbucciare fosse stato fissato nell’istante stesso in cui avviene. Il forte contrasto tra il fondo scuro e il piano illuminato isola il soggetto, trasformandolo in una natura morta capace di trasfigurare un gesto ordinario e quotidiano.
Giulio Parisio fu un fotografo estremamente versatile, capace di spaziare dalla fotografia di paesaggio a quella industriale e, al tempo stesso, di dedicarsi agli “ardimenti fotografici” – creazioni fotografiche d’avanguardia – che lo resero anche uno dei protagonisti del movimento futurista a Napoli, tanto da essere battezzato da Filippo Tommaso Marinetti come “il più futurista tra i fotografi del mondo”.
La fotografia in esame risponde infatti ai presupposti teorici delineati nel Manifesto della fotografia futurista (1930), in particolare all’idea della “mobile o immobile sospensione degli oggetti e del loro stare in equilibrio”. Essa si colloca inoltre in dialogo visivo e concettuale con opere di poco anteriori, quali “Forze femminili Spirale di dolcezza + serpe di fascino” (1924) di Benedetta Cappa Marinetti e con l’iconografia del manifesto per il Bitter Campari di Leonetto Cappiello (1921), in cui la spirale è impiegata come contenuto dinamico e attrattivo nell’immagine pubblicitaria.
Stato conservazione: Buono
Codice Collocazione: PRS0SD_A02_00004-1
Codice fotografia: PRS0SD_A02_00004-1_sn0012_L24
Data: non segnalata
Fotografo: Studio Parisio

