Archivio Fotografico Troncone
L’Archivio Troncone custodisce materiale fotografico prodotto nell’arco di circa ottant’anni d’attività. Roberto Troncone (1875-1947) fondò, verso il 1912, una casa cinematografica – la Partenope film, di cui si conservano alcuni documenti e foto di scena – nella quale lavoravano i suoi due fratelli Vincenzo (1887-1973) e Guglielmo (1890-1970). Cessata l’esperienza del cinema questi ultimi aprirono uno studio fotografico, che è stato attivo fino al 1996 con Vittorio (1926), figlio di Guglielmo.
Il lavoro dei fratelli Troncone è documentato, a partire dal 1929, in maniera sistematica in registri, nei quali vengono catalogati in ordine cronologico tutti gli avvenimenti ripresi: chiaramente questo sistema di catalogazione deriva dal fatto che i due fratelli si interessarono, almeno in principio, quasi esclusivamente alla cronaca.
Manifestazioni, tornei, feste popolari, ma anche le fabbriche napoletane e la guerra con le devastazioni sono i soggetti ricorrenti nelle immagini dello studio, che prese il nome di Edizioni Fotografiche F.lli Troncone nel 1926 e, solo più tardi, Foto Troncone, un’agenzia dedicata soprattutto alla documentazione giornalistica, che collaborava con le testate del “Roma” e del “Mezzogiorno Sportivo”.
Nel tempo i due fratelli Troncone, Vincenzo e Guglielmo, si dividono gli ambiti, operando il primo prevalentemente nel campo industriale, mentre il secondo si occupava di cronaca.
È comunque interessante osservare che anche nel campo industriale viene sempre conservata una logica “giornalistica”: i lavori, infatti, diventano quasi sempre una sorta di reportage, che documenta sì il lavoro o la produzione, ma analizzandolo nelle sue fasi.
Tra le collaborazioni più importanti della Foto Troncone occorre menzionare quello con i Cantieri Navali di Castellammare di Stabia – il varo dell’Amerigo Vespucci, quello dell’incrociatore Giovanni dalle Bande Nere, quello del batiscafo Trieste del comandante Picard – e con il Teatro San Carlo, per il quale, dal 1948 al 1980, vengono fotografati tutti i bozzetti, gli allestimenti, gli spettacoli, e anche il pubblico, tracciando un significativo spaccato della società di quegli anni.