07 / 16 dicembre 2007
Festival Internazionale di Fotografia: dal 7 al 16 dicembre 2007 prima edizione del Festival Internazionale di Fotografia a Napoli. Uno sguardo sulle culture migranti da quella italiana degli anni Quaranta fino all’interpretazione contemporanea. Mostre e incontri.
Sono stati esposti i lavori di Annalisa Cimmino, Giovanni Melillo Kostner, Patrizia Zelano, Aniello Barone e Marina Cavazza. Inoltre una selezione di immagini dall’Archivio Troncone sull’emigrazione italiana degli anni Quaranta del Novecento.
Catalogo: Ritratti di culture migranti, Paparo Edizioni, Napoli 2007
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA
Mostre di Annalisa Cimmino, Giovanni Melillo Kostner, Patrizia Zelano e una selezione di immagini dall’Archivio Troncone sull’emigrazione italiana degli anni 40 del ‘900.
Annalisa Cimmino – Microcosmi. Comunità Cingalesi a Milano e Napoli
L’uomo è un universo in miniatura e l’universo un corpo vivente gigantesco: il cosmo è simile a un uomo immenso e l’uomo simile a un piccolo cosmo – affermano i sufi. (Kabir)
Annalisa Cimmino – Microcosmi. Comunità Cingalesi a Milano e Napoli
L’uomo è un universo in miniatura e l’universo un corpo vivente gigantesco: il cosmo è simile a un uomo immenso e l’uomo simile a un piccolo cosmo – affermano i sufi. (Kabir)
Sulle tracce del mio soggiorno in India, ho iniziato di recente ad indagare la comunità di cingalesi a Napoli e Milano, le città in cui vivo. Ho imparato a conoscere la loro cultura, dove la religione è il principale momento di aggregazione, i riferimenti e gli stimoli di cui si nutrono, le attività che svolgono, gli oggetti, i rituali, il microcosmo che ricreano lontano dalla loro terra.
Ho trovato in questo popolo, più che in altre comunità di immigrati, una grande capacità di stare uniti, aggrappandosi alle proprie radici per vivere in terra straniera, perpetuando abitudini e tradizioni di cui è intessuta la loro vita.
Nel tempio si ritrovano, festeggiano, fanno amicizia; al monaco si rivolgono come guida per affrontare ogni tipo di difficoltà. Ogni volta che li incontro è come varcare la porta del loro tempio: scivolo nel loro mondo, ricevo dolce accoglienza, lunga ospitalità, aiuto e assistenza per il mio lavoro, disponibilità a raccontarsi e farsi conoscere.
Con questo lavoro, ancora in corso di svolgimento, documento le forme di radicamento di questa comunità in Italia, il modo in cui riesce a vivere e rappresentarsi, il difficile ma profondo processo di integrazione, i colori, il silenzio, l’ordine e la sensibilità di un popolo che conosciamo solo superficialmente e del quale ho voluto dare testimonianza.
Annalisa Cimmino
Giovanni Melillo Kostner – Fortuna, vieni da me ! – Comunità Cinese in Alto Adige
Dialogo fra Monica Dematté (sinologa, critica e curatrice di arte contemporanea) e Meng Huang (pittore di Pechino) sulle fotografie di Giovanni Melillo Kostner ‘Fortuna, vieni da me!’ 7 novembre 2007 Vigolo Vattaro (TN)
Giovanni Melillo Kostner – Fortuna, vieni da me ! – Comunità Cinese in Alto Adige
Dialogo fra Monica Dematté (sinologa, critica e curatrice di arte contemporanea) e Meng Huang (pittore di Pechino) sulle fotografie di Giovanni Melillo Kostner ‘Fortuna, vieni da me!’ 7 novembre 2007 Vigolo Vattaro (TN)
Qualche anno prima di conoscere il lavoro di Giovanni Melillo, Meng Huang e io siamo andati nella provincia del Zhejiang, a Wenzhou e dintorni, a vedere di persona da dove partono le migliaia di emigranti che poi si stabiliscono in Italia. Trovare alcuni di loro nel mio paese natale, un villaggio minuscolo sulle montagne del Trentino, mi aveva spinta alla ricerca e al desiderio di capire. La madre di Meng Huang, che è cresciuto a a Pechino e nello Henan, è originaria di Ruian, vicino a Wenzhou, e lì lui ha ancora dei parenti, che siamo andati a trovare. Attraverso il lavoro capillare di Giovanni Melillo ho scoperto con stupore quante persone provenienti dal Zhejiang si sono stabilite in Alto Adige, dove sono impegnate in varie attività.
Monica Dematté: Ti sembra che le persone nelle foto abbiano espressioni e apparenze diverse da quelle che abbiamo visto nel Zhejiang?
Meng Huang: Non so che cosa facessero queste persone prima di lasciare il Zhejiang. Quelli che abbiamo incontrato noi, te lo ricordi, erano perlopiù contadini. Se le persone ritratte da Giovanni provengono dallo stesso background, allora c’è da dire che l’ambiente italiano li ha resi decisamente più sicuri di se stessi. Dalle loro espressioni mi sembra di vedere che qui sono molto più sereni.
Patrizia Zelano – Luci dell’Islam
Fotografie a colori. Ritratti, ambienti, oggetti. Indagine fra i membri della comunità mussulmana in Romagna
Patrizia Zelano – Luci dell’Islam
Fotografie a colori. Ritratti, ambienti, oggetti. Indagine fra i membri della comunità mussulmana in Romagna
Chi sono i musulmani che vivono nel nostro paese?
Ho tentato di gettare uno sguardo sull’integrazione e l’immigrazione dei mussulmani nella provincia italiana. La parte legata al culto e all’interiorità religiosa è volutamente assente, mentre sono stati messi in luce luoghi, ritratti ambientati, oggetti della vita quotidiana; insomma i reperti di una ‘etno-archeologia del contemporaneo’. La fotografia spesso a loro invisa e vietata, è stata accettata quale mezzo culturale per presentarsi alla società che li ha accolti: interessante è il paradosso che si è venuto a creare. Altresì è emersa la nuova realtà degli italiani cattolici convertiti all’Islam. Questo lavoro ha per fine ultimo quello di porsi come una piattaforma di apertura, da cui ognuno di noi può tentare di partire per farsi un’opinione, un’idea, esprimere un giudizio.
È un auspicio per un’indagine profonda e vera dell’altro da noi.
Patrizia Zelano
Archivio Fotografico Parisio, fondo Troncone – … per terre assai lontane. L’emigazione italiana negli anni Quaranta
È il 1949: Napoli diviene il porto principale d’imbarco per gli emigranti dell’Italia centro-meridionale.
Archivio Fotografico Parisio, fondo Troncone – … per terre assai lontane. L’emigazione italiana negli anni Quaranta
È il 1949: Napoli diviene il porto principale d’imbarco per gli emigranti dell’Italia centro-meridionale.
Guglielmo Troncone, attraverso un reportage sorprendente, racconta dettagliatamente il fenomeno migratorio. Le immagini “catturate” rappresentano, infatti, una sequenza eccezionale, quasi un filmato, in perfetta linea con lo stile fotografico Troncone.
Guglielmo, forte dell’esperienza della Films Partenope, ha la capacità di fare reportage con immagini filmiche, dando vita ad una narrazione molto precisa.
Si parte dall’arrivo ed all’accoglienza degli immigrati presso la stazione centrale di Napoli, dove ad attenderli sono i funzionari del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Questi, oltre al controllo dei documenti, hanno il compito di accompagnarli al Centro Nazionale Emigrazione, dove verranno ospitati in attesa dell’imbarco.
Le sequenze successive ci conducono, invece, alla Stazione Marittima: deposito bagagli, valige di cartone, saluti, lacrime e grandi aspettative.
Documenti che raccontano la storia del nostro paese e che si sono salvati solo grazie alla caparbietà di Giuliana Leucci e Stefano Fittipaldi, che nel 1997 hanno rilevato l’Archivio Fotografico Troncone, altrimenti destinato all’oblio.
Marco Iuliano